E’ giunto il momento di pagare la cedolare secca sugli affitti

15 Giugno 2020

Non siamo ancora usciti dall’emergenza che, oltre all’IMU, è tempo di versare anche le imposte sui redditi derivanti dai contratti di locazione di immobili ad uso abitativo.

Nascita della cedolare secca

Introdotta nel 2011 con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale, si tratta di un sistema grazie al quale è possibile usufruire di una tassazione agevolata e sostitutiva dell’IRPEF, delle relative addizionali e delle imposte indirette (registro, bollo, risoluzioni e proroghe) a cui sono assoggettati i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo e delle relative pertinenze.

Per quest’ultime, la condizione è che vengano locate alla stessa persona titolare del contratto di locazione dell’abitazione. 

Con la Legge di Bilancio 2019 la cedolare secca è stata introdotta anche per le locazioni commerciali per immobili di categoria catastale C/1 con superficie non superiore a 600mq e delle relative pertinenze purché locate congiuntamente. 

Purtroppo l’agevolazione non è stata prorogata e quindi è valida solo per chi ha sottoscritto un contratto di locazione entro il 31 dicembre 2019.

 

A chi spetta

Persone fisiche titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento che hanno sottoscritto un contratto di locazione con conduttori che non agiscono nell’esercizio di attività di impresa o di lavoro autonomo.

Naturalmente ciò non si applica nel caso delle locazioni commerciali.

 

A quanto ammonta

L’imposta ammonta al 21% del canone di locazione annuo.

L’aliquota è ridotta al 10% per le locazioni a canone concordato di immobili abitativi ubicati nei Comuni di Roma, Bologna, Milano, Firenze, Napoli, Torino, Genova, Bari, Palermo, Venezia, Catania, e dei Comuni confinanti con gli stessi nonché degli altri comuni capoluogo di provincia e quelli ad alta densità abitativa individuati dal Cile.

 

Modalità e scadenze del versamento

Ad oggi per il pagamento dell’imposta è previsto prima il versamento di un acconto pari al 95% di quanto dovuto per l’anno precedente e successivamente un saldo.

Se l’importo dell’acconto è inferiore a 257,52 euro, si paga in un’unica soluzione con scadenza 30 novembre.

Se, invece, l’importo dell’acconto è superiore a 257,52 euro, si paga in due rate:

  • prima rata: 40% dell’acconto complessivo entro il 30 giugno;
  • Seconda rata: 60% dell’acconto complessivo entro il 30 novembre.

 

Saldo entro il 30 giugno dell’anno successivo.

Per l’anno 2021 è previsto l’aumento dell’acconto al 100% dell’imposta dovuta per l’anno precedente.

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